Il transfer del tendine tibiale anteriore nel piede torto. Un intervento definitivo?

In occasione dell’ultimo congresso della Società Europea di Ortopedia Pediatrica è stato presentato un importante studio sull’intervento di transfer del tibiale anteriore nel trattamento del piede torto congenito

Il lavoro, inserito nel contesto della sessione dedicata alle patologie del piede, ed è stato sviluppato dal gruppo guidato dalla dr.ssa Anna Ey-Battle, che da decenni si occupa della cura del piede torto congenito con il metodo Ponseti. Si tratta di uno studio molto importante, poiché condivide i risultati a medio-lungo termine (follow-up medio di 7 anni) di 147 piedi torti recidivati sottoposti a intervento di transfer del tibiale anteriore all’esterno (associato, quando necessario a procedure aggiuntive percutanee, quali la tenotomia del tendine d’Achille e la fasciotomia plantare percutanea). 

La tecnica prevede lo spostamento del tendine tibiale anteriore dalla sua sede originaria, nella parte interna del piede, alla parte laterale (sul 3^ cuneiforme). Il tendine così spostato viene fissato all’osso con l’utilizzo di una vite-ancora. Questa, avvitandosi nell’osso, consente di suturare il tendine nella sede desiderata. A fine intervento viene confezionato uno stivaletto gessato, il paziente inizia a deambulare sule gesso dopo la prima settimana di risposo. In base al quadro clinico, ad alcuni pazienti è stato applicato, dopo la rimozione del gesso, un tutore AFO articolato. Questa tipologia di tutore assiste il movimento in dorsiflessione, mentre blocca la plantar-flessione. 

transfer tibiale anteriore

I risultati mostrano un tasso di reinterventi molto basso, riservato quasi esclusivamente a pazienti con problematiche neurologiche. In quest’ultimo gruppo è stata osservata, nel corso della crescita, una maggiore recidiva dell’equino e del cavismo. In alcuni di questi pazienti sono state necessarie successive chirurgie sulle parti molli.

L’articolo, inoltre, sottolinea l’importanza di effettuare una valutazione neurologica nei pazienti con piede torto recidivato. In particolare quando, in corso di visita, ritroviamo aspetti che possano fare sospettare una problematica neurologica sottostante.