Il piede torto congenito, noto anche come piede equino-varo-supinato, è una delle più comuni deformità congenite del piede del neonato.
La diagnosi è fondamentalmente clinica, il piede torto congenito infatti si caratterizza da una deformità complessa, che coinvolge più piani nello spazio, e che non è riducibile manualmente.
Il trattamento di scelta è il metodo Ponseti. Si tratta di una metodica che prevede la progressiva correzione con apparecchi gessati confezionati su misura da personale esperto. Spesso (circa nell’80% dei casi) è necessario associare un piccolo intervento chirurgico di allungamento del tendine d’Achille. Altra chirurgia può essere indicata in caso di recidiva o di incompleta correzione della deformità.
Generalità
Il piede torto congenito rappresenta una delle deformità muscolo-scheletriche più frequenti alla nascita. Colpisce soprattutto i neonati maschi (rapporto 2:1 con il sesso femminile). In circa la metà dei casi sono coinvolti entrambi i piedi. La deformità si sviluppa nel primo trimestre di gestazione, nella maggior parte dei casi la prima diagnosi viene fatta all’ecografia morfologica del secondo trimestre.

Le cause non sono ancora note, benché alcuni aspetti che facciano propendere per una origine genetica (in primis la familiarità e l’associazione alla mutazione PITX1).
Nella maggior parte dei casi, circa l’80%, la deformità si presenta isolata, in bambini altrimenti sani (il così detto piede torto idiopatico). In una minoranza di casi viene diagnosticata in associazione ad altre patologie, tra le quali: artrogriposi, emimelia tibiale, mielomeningocele e quadri sindromici (piede torto secondario).
Presentazione Clinica
Il piede torto congenito ha una presentazione abbastanza tipica, caratterizzata da torsione in inversione, per cui la pianta del piede è rivolta all’interno

Si tratta di una deformità tridimensionale, che può essere scomposta in quattro principali componenti:
- cavismo: l’arco plantare è più accentuato, si associa spesso una piega cutanea mediale
- varismo del calcagno: il tallone, visto da dietro, si pone obliquamente verso l’interno
- adduzione del mediopiede: il piede, visto da sotto, risulta deviato verso l’interno
- equino: il piede ha la punta rivolta verso il basso, la dorsiflessione risulta limitata (si può associare ad una piega cutanea posteriore).
Ciò che distingue un “piede torto vero” da un “piede torto posturale” è la riducibilità della deformità. Il piede posturale è flessibile, semplificando può essere facilmente riallineato nella posizione normale.

Diagnosi
La diagnosi viene formulata in seguito alla valutazione di diversi aspetti, in particolare:
- Anamnesi: può essere riportata familiarità per il piede torto (meno del 25% dei casi).
- Valutazione clinica: la diagnosi è principalmente clinica, vanno ricercati quegli aspetti che compongono la deformità, oltre alla caratteristica rigidità. È importante, in questa fase, distinguere tra due principali forme:
- “Tipiche”, cioè il piede torto classico dei bambini che non presentano altre patologie. Solitamente risponde bene al trattamento con apparecchi gessati.
- “Atipiche”, forme in cui il piede torto si associa ad altri problemi. Il piede può presentarsi tozzo, più corto, particolarmente rigido. La correzione spesso risulta più difficile.

- Esami radiografici: solitamente non sono indicati nel neonato (a meno che non servano per differenziare un piede torto da una deformità più complessa, ad esempio in caso di emimelia tibiale). In alcuni casi può essere richiesta una radiografia in massima dorsiflessione del piede, quando si vuole valutare un possibile accorciamento del tendine d’Achille.

- TC/RMN: sono esami indicati per quesiti specifici, in genere nei pazienti più grandi.
Trattamento
Il trattamento ritenuto universalmente di scelta è il metodo Ponseti. Si tratta di una tecnica che prevede manipolazioni del piede seguite dall’applicazione di gessi in progressiva correzione, e che vanno rinnovati settimanalmente.




L’intervento di allungamento percutanea del tendine d’Achille è indicato circa nell’80% del casi. Alla rimozione dell’ultimo gesso viene applicato un tutore in abduzione ed extrarotazione, fondamentale per ridurre il rischio di recidiva.

La chirurgia è riservata a casi selezionati, in particolare ai pazienti che presentano una recidiva o una deformità residua da incompleta correzione. (>> LINK TA ESTERNO)
L'essenziale da sapere
- È una delle deformità muscolo-scheletriche più frequenti alla nascita
- La cause non sono completamente note, ma si ipotizza una origine genetica
- Nella maggior parte dei casi, circa l’80%, la deformità si presenta isolata
- La deformità è composta da 4 componenti: cavismo, varismo calcaneare, adduzione ed equino
- Nella valutazione clinica vanno ricercate le componenti di deformità e la riducibilità
- Il trattamento di scelta è il metodo Ponseti, e prevede correzione graduale con gessi modellati
- La tenotomia percutanea del tendine d’Achille è indicata circa nell’80% del casi
- La chirurgia di transfer del tibiale anteriore all'esterno può essere indicata in casi di recidiva
Per approfondire
Bibliografia
- www.orthobullets.com
- Tachdjian’s Pediatric Orthopedics 4th edition
- Staheli L. Trattamento del Piede Torto Congenito: Il Metodo Ponseti. 3^ edizione
- Can L. Is percutaneous heel cord tenotomy a necessary component in the Ponseti treatment of idiopathic clubfoot deformity?J Pediatr Orthop B 2025
- Cody R. Diagnosis and Treatment of Idiopathic Congenital Clubfoot. Pediatrics. 2022
- Salvatori G. The influence of laterality, sex and family history on clubfoot severity.” J Child Orthop 2020
- Patel M. Congenital talipes equinovarus. Case study. Radiopaedia.org