L'intervento di allungamento del metatarso
L’intervento di allungamento del metatarso consente di allungare un metatarso troppo corto, per motivi congeniti o in conseguenza a patologie che ne hanno arrestato la crescita ossea (in gergo medico, si parla di brachimetatarsia).
Questo intervento trova indicazione nei pazienti con dolore persistente a carico delle teste metatarsali (a causa dell’alterata distribuzione del carico) o in caso di difetto estetico non accettabile per il paziente.
La tecnica chirurgica prevede l’applicazione di un piccolo fissatore esterno al metatarso che si vuole allungare. Tramite una piccola incisione viene effettuata una osteotomia, che, grazie al fissatore impiantato, viene progressiva distanziata consentendo l’allungamento dell’osso.
Generalità
L’allungamento del metatarso è un intervento chirurgico che consente di andare ad allungare un metatarso che, per motivazioni genetiche o secondarie ad altre problematiche, è rimasto più corto rispetto ai metatarsi adiacenti (altrimenti detto brachimetatarsia).
In letteratura scientifica sono state descritte numerose procedure chirurgiche per il trattamento della brachimetatarsia. I metodi maggiormente impiegati sono:
- L’allungamento in un’unica fase (con o senza innesti ossei), prevede una sola procedura chirurgica. Tuttavia la ridotta capacità di estensione dei tessuti molli può limitare l’aumento di lunghezza ottenibile con questo intervento. Un eccessivo allungamento, non essendo graduale, ma acuto, può, infatti, mettere sotto forte tensione i tessuti molli e causare problematiche neurovascolari. Un altro svantaggio sono le potenziali problematiche del sito donatore (cioè dalla sede da cui viene prelevato l’innesto osseo).
- La tecnica di allungamento graduale del metatarso, con un piccolo fissatore esterno, sfrutta l’effetto di distrazione del callo osseo. Questo consente l’allungamento sia dell’osso che dei tessuti molli. Pertanto, con questo metodo è possibile ottenere maggiori incrementi di lunghezza senza la necessità di innesto osseo, eliminando il rischio di problematiche del sito donatore. Tuttavia, richiede più interventi chirurgici, una buona compliance del paziente e un po’ più di tempo.
Indicazione chirurgica
I pazienti con brachimetatrsia presentano spesso delle preoccupazioni di tipo estetico (soprattutto in adolescenza e nell’età adulta, raramente i bambini più piccoli se ne preoccupano). Possono, tuttavia, svilupparsi nel tempo sintomi come metatarsalgia da sovraccarico (a livello delle teste dei metatarsi adiacenti), callosità, irritazioni legate alle scarpe e contratture dei tessuti molli.
Trattamenti conservativi come plantari e calzature su misura sono progettati per alleviare i sintomi. Tuttavia, se questi metodi si rivelano inefficaci, si prende in considerazione l’intervento chirurgico.

Intervento chirurgico
La tecnica chirurgica di allungamento graduale del metatarso prevede l’utilizza con un piccolo fissatore esterno, che viene impiantato nell’osso che si vuole allungare. Attraverso una incisione di qualche cm Il fissatore viene impiantato nel metatarso mediante alcune fiches (in pratica delle piccole viti). Nell’osso viene quindi effettuata una osteotomia, cioè viene sezionato chirurgicamente.

Il corpo del fissatore è rappresentato da un sistema allungabile, facendo semplicemente girare una vite. Questo ci consente di distrarre gradualmente ed in maniera controllata l’osteotomia, creando una spazio della lunghezza necessaria. A fine intervento viene verificato che il sistema funzioni correttamente, ed il metatarso viene riportato alla lunghezza originaria (l’allungamento non viene effettuato in sala operatoria, ma avverrà al domicilio nelle settimane seguenti). Spesso è necessario stabilizzare temporaneamente il dito corrispondente al metatarso che si vuole allungare, per evitare il rischio di lussazione dell’articolazione.

Post-operatorio
Nel post-operatorio al paziente viene raccomandato riposo e, soprattutto nella prima settimana, di mantenere l’arto elevato al fine di ridurre il gonfiore e per meglio controllare il dolore. Il paziente potrà deambulare per brevi tratti, ma appoggiando sul solo tallone. A questo scopo ci si può aiutare con stampelle o con calzature apposite, come la scaletta tipo “talus”, a seconda dell’età e delle capacità motorie del paziente stesso.
La famiglia viene istruita sulle modalità di allungamento, che avverrà a casa secondo la indicazioni del medico. Il sistema è molto semplice, con una apposita brugola è possibile distrarre progressivamente l’osso ed ottenerne l’allungamento. Nella fase di allungamento, che avviene alla velocità di 0.5-1 mm al giorno, vengono effettuati periodici controlli radiografici, solitamente uno ogni 7/10 giorni.

Terminato l’allungamento il sistema viene lasciato in sede fino alla completa guarigione, cioè alla consolidazione, dell’osso. Nei casi in cui è stato bloccato il dito con un filo di k, è possibile rimuoverlo e liberare il dito.
Il callo osseo va poi incontro ad una progressiva maturazione, che solitamente impiega qualche mese. Una volta raggiunta la completa consolidazione della sede di allungamento, mediante un piccolo intervento in sedazione, è possibile rimuovere il fissatore esterno.


Per approfondire

Le patologie trattate

Bibliografia
- www.orthobullets.com
- Tachdjian’s Pediatric Orthopedics 4th edition.
- Arceri A. What’s the evidence on surgical treatment for congenital brachymetatarsia: A systematic review and meta-analysis. J Orthop 2023
- Xing L. Treatment of Fourth Metatarsal Brachymetatarsia Using Distraction Osteogenesis with External Fixator: Surgical Techniques, Outcomes and Complications. Orthop Surf 2024
- Giannini S. One-stage metatarsal lengthening by allograft interposition: a novel approach for congenital brachymetatarsia. Clin Orthop Relat Res 2010