Contrariamente a quello che si pensa il piede piatto flessibile (detto anche piede valgo-pronato flessibile) non è necessariamente una condizione patologica, anzi, è piuttosto comune in età pediatrica.
È causato principalmente dalla lassità legamentosa tipica della prima infanzia, e tende a regredire con la crescita.
La diagnosi è soprattutto clinica, in stazione eretta si possono osservare: diminuzione dell’arco plantare, retropiede valgo ed abduzione dell’avampiede. Alcuni test specifici (la deambulazione sulle punte ed il jack test) consentono di verificare se la deformità è flessibile o rigida.
Il trattamento consiste solitamente nell’osservazione, soprattutto nei bambini più piccoli e nei casi lievi. La maggior parte di questi casi migliorerà spontaneamente con il tempo. Il trattamento chirurgico è indicato per i pazienti con deformità progressive, dolenti, che non si risolvono con la gestione non chirurgica.
Generalità
Il piede piatto in età pediatrica spazia dalla variante fisiologica flessibile e indolore tipica dela prima infanzia, a quadri francamente patologici (es. piedi rigidi/dolorosi delle sinostosi tarsali, anomalie del collagene, malattie neurologiche o altre condizioni di base). Le forme patologiche rappresentano circa il 1-5% del totale.
Nei bambini più piccoli il piede piatto flessibile è un riscontro molto comune: tra i 3 e i 6 anni la prevalenza passa dal 54% al 24% (Fig. 2) Il rischio di persistenza del piattismo è maggiore nei maschi e nei bambini in sovrappeso o obesi.

Questo fisiologico e graduale sviluppo dell’arco plantare non è stato dimostrato essere influenzato dall’utilizzo di plantari o calzature ortopediche.
I fattori considerati alla base di questo processo sarebbero, piuttosto, la riduzione della lassità legamentosa, oltre allo sviluppo muscolare e scheletrico tipici di questa età.
Tuttavia, in una ridotta percentuale di individui, il miglioramento spontaneo non avviene, e possono comparire sintomi più o meno significativi.
Presentazione Clinica
La maggior parte dei bambini con il piede piatto sono asintomatici, tuttavia alcuni possono presentare dolore sotto la pianta del piede o alla caviglia, altri possono presentare un quadro più o meno marcato di impaccio motorio.
Tipicamente sono presenti (Fig. 3A-C):
- Riduzione di altezza dell’arco plantare
- Prominenza mediale dello scafoide e della testa dell’astragalo (che aumentano l’appoggio della parte interna del piede)
- Valgismo del calcagno (visto da dietro il calcagno è inclinato verso l’interno).



Il piede valgo-pronato flessibile va distinto da altre forme che possono presentarsi in maniera molto simile, tra queste troviamo le sinostosi tarsali, lo scafoide accessorio, l’astragalo verticale congenito ed forme secondarie a malattie infiammatorie o neurologiche.
Queste forme indirizzano solitamente verso dei percorsi diagnostici e di trattamento diversi.
Diagnosi
La diagnosi si compone di diversi aspetti:
- Anamnesi del paziente, in particolare vanno valutate la familiarità e la storia clinica del paziente.
- Valutazione clinica: viene effettuata con il paziente in piedi, per individuare la riduzione della volta plantare sotto carico.
Inoltre è possibile effettuare alcuni test specifici, quali la deambulazione sulle punte (Fig 4A) ed il jack test (nel piede valgo-pronato flessibile questi test si associano alla ricomparsa della volta plantare).

- Il paziente va valutato anche al lettino, per testare la motilità
articolare e la presenza di una possibile retrazione del tendine di
achille (Fig 4B).

- Esami radiografici: le radiografie dei piedi sotto carico sono indicate per confermare il quadro clinico, in particolare quando, per gravità della presentazione o per la presenza di dolore, sia necessario intraprendere un trattamento (Fig. 5A-B).
Qualora si sospetti la presenza di una sinostosi tarsale, sono indicate le radiografie oblique.


- TC/RMN: sono esami indicati solamente per quesiti specifici (soprattutto quando si ipotizza una sinostosi ossea o fibrosa).
Trattamento
Il trattamento conservativo e l’osservazione rappresentano la prima linea di trattamento.
Soprattutto nei bambini più piccoli e asintomatici, dove ci si aspetta un graduale e spontaneo miglioramento.
Ormai sappiamo che plantari e calzature ortopediche non modificano la naturale evoluzione, possono tuttavia essere indicati per alleviare il dolore in casi selezionati.
La fisioterapia trova un ruolo nei pazienti sintomatici, soprattutto in presenza di retrazione del tendine d’achille.
La chirurgia è indicata in un ristretto gruppo di pazienti, quando presentano dolore o deformità progressiva che non risponde al trattamento conservativo, o nelle forme severe che comportano problematiche funzionali o difficoltà ad indossare le calzature.
5. Per approfondire
Bibliografia
- www.orthobullets.com
- Tachdjian’s Pediatric Orthopedics 4th edition
- Dare D.M. Pediatric flatfoot: cause, epidemiology, assessment, and treatment. Curr Opin Pediatr 2014
- Pfeiffer M. Prevalence of flat foot in preschool-aged children. Pediatrics 2006
- Evans A.M. Foot orthoses for treating paediatric flat feet. Cochrane Database Syst Rev. 2022
- Informare il bambino già da casa
- Spiegargli che è una esperienza per migliorare la sua vita
- Raccogliamo assieme tutte le informazioni e le problematiche e condividiamo i dubbi
- Assieme ai genitori eseguiamo alcuni sempici esercizi motori
- Effettueremo una prima valutazione delle articolazioni, forza e riflessi
- Formulazione di una prima diagnosi quando possibile
- Stabilire un percorso diagnostico adeguato
- Diamo spazio a domande e chiarimenti e dubbi


Le patologie trattate

I servizi e le attività
